Organo scientifico dell’Associazione Culturale “Calmus”, il Centro Studi e Ricerche “At Calamus” raccoglie studiosi, docenti, ricercatori e musicisti, e si compone di due sezioni, la prima dedicata alla ricerca etnomusicale e alla sperimentazione e la seconda allo studio etnodemo-antropologico.
Tante sono state le attività promosse, negli anni, dal Centro Studi e Ricerche, e tra esse va certamente menzionato il ciclo di lezioniconcerto tenuti presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Roma “La Sapienza” di Roma tra il 1999 e il 2000.
In parallelo, il Centro ha realizzato nel 1999 il volume “Canti e Culti della Valle di Comino” al quale è stato assegnato il I Premio “Salomone – Pitrè” Città di Palermo Sezione “Tradizioni popolari”, il documentario “La Valle delle Zampogne” nel 2006 e il disco “Cominia Gens” nel 2006, nel quale è raccolto il risultato di una ricerca sulla danze popolare Cominense.
La ciocia è un antico calzare, dalla forma semplice e primitiva che non avvolge completamente il piede, ma lascia la parte superiore aperta.
È ancorata al piede grazie all'intreccio di stringhe di cuoio che vengono infilate in appositi buchi laterali, che fanno aderire al piede questo "speciale sandalo", rendendolo sicuro e comodo.
Le stringhe di cuoio o "curìuole" vengono avvolte attorno alla gamba fino al ginocchio e poi legate.
È consuetudine, prima di infilarsi le cioce, proteggere il piede con una fascia o pezzuola di tela bianca.
Esse vengono realizzate con pezzi di cuoio, tagliato per l'occorrenza in forma quadrata.
In passato a seconda della disponibilità economica venivano usati, oltre al cuoio, la pelle d'asino, di maiale, oppure di cavallo.
Caratteristica principale di questa specie di "zoccolo" del centro Italia, è la parte anteriore, a becco rovesciato, più o meno pronunciato a seconda della zona di provenienza.
Le origini di questo particolare calzare si perdono nella notte dei tempi, infatti autorevoli studiosi e noti dizionaristi hanno cercato di dare un etimo e determinarne, anche se in modo approssimato, la sua nascita. Una forma simile, già era presente tra gli Etruschi, gli Ernici, nel sud Italia e fra le regioni montuose della Yugoslavia e Grecia difatti, la ciocia è il risultato di diverse trasformazioni. Con Virgilio troviamo le prime citazioni storiche, infatti nel libro VII, dell'Eneide, descrive alcuni guerrieri provenienti dai monti Ernici e dell'Aniene, che portano "un rozzo calzare di cuoio ruvido".
Il significato di ciocia è sconosciuto, a tal ragione riportiamo alcuni nomi a seconda dei dialetti o lingua: ciocia (lazio), chiocca (abruzzo), clocca (campania), sokkos (dal greco), socculus (dal latino).
Questo "sandalo" veniva calzato da un popolo autoctono, forse i Latini, che nei secoli successivi saranno identificati con l'appellativo di Ciociari, e da qui Ciociaria; ormai da molti anni è in disuso ed è un ricordo della gioventù dei nostri nonni.
Si può ancora vederla calzata grazie ai gruppi folcloristici della provincia di Frosinone o nelle rievocazioni storiche o sagre di Paese.
Il Costume
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